TERAPIA METACOGNITIVA INTERPERSONALE – ROMA

Misofonia: Non voglio sentirti! Non voglio guardarti!

Misofonia: Non voglio sentirti! Non voglio guardarti!

di Eleonora Natalini (Terapeuta TMI che lavora presso il Tinnitus Center)

 
La misofonia consiste in un disturbo caratterizzato da una ridotta tolleranza nei confronti di suoni specifici e questo genera reazioni di ansia o rabbia.

 

Che cos’è la misofonia

Martina, 35 anni, mi racconta: “Tra poco è ora di pranzo, i miei familiari saranno tutti a tavola, oggi c’è anche mio padre con noi, già so come andrà a finire… mi dovrò sbrigare a mangiare e a cercare subito una scusa per alzarmi da tavola per non sentirli e non vederli. Quando mangio lo faccio velocemente, cerco di coprire i loro suoni, cerco di non guardarli ma non ci riesco se ho finito il mio pasto. La mia attenzione va tutta lì verso di loro, come una calamita, e inizio ad innervosirmi, mi chiedo perché lo fanno, perché non smettono?”.

Riccardo, 52 anni: “ero in treno e il tipo davanti a me ha iniziato a mangiarsi le unghie… ho provato schifo, non riuscivo più a stare seduto, avrei voluto urlargli contro, sentivo in me la rabbia crescere… ma cavolo, che schifo è? Come si permette? A volte ho quasi l’impulso di picchiare, ho voglia sempre di fuggire, di far smettere quel tormento”.

Queste appena riportate sono le parole di pazienti che soffrono di quella che viene oggi definita misofonia, una problematica ancora sconosciuta a molti e soprattutto ai pazienti che si rivolgono allo specialista otorinolaringoiatra per una visita audiologica perché credono di “sentire troppo” oppure perché soffrono anche di acufeni (suoni come fischi o fruscii, anche di forte intensità, che possono essere percepiti in una o in entrambe le orecchie, o all’interno della testa).

Per quanto gli studi scientifici a disposizione siano scarsi e tante le domande rispetto alle limitate risposte, cercherò di delineare un quadro generico sulla problematica.

 

I sintomi della Misofonia

Il termine “misofonia” è stato creato nel 2001, e introdotto in letteratura nel 2002, dal gruppo di lavoro di Pawel Jastreboff per indicare quei pazienti che reagivano negativamente solo verso determinati suoni e non riportavano miglioramenti quando trattati come iperacusici (Jastreboff & Jastreboff, 2014). Pur riconoscendo come comune denominatore la ridotta tolleranza ai suoni (Decrease Sound Tolerance, DST) presente sia nell’iperacusia (ipersensibilità generica verso i suoni) che nella misofonia, quest’ultimo disturbo è caratterizzato dalla presenza di un’importante reazione emotiva, generalmente rabbia, disgusto o ansia, in risposta a stimoli uditivi con caratteristiche di specificità che vedremo di seguito.

La reazione emotiva può essere anticipata o accompagnata da stimoli visivi e, in questo caso, il disturbo prende il nome misokinesia (Schröder et al., 2013). Nella misofonia, a differenza dell’iperacusia, la reazione dipende dal contesto in cui il suono è presente o dalla persona che lo emette e non dalle caratteristiche fisiche del suono stesso (Jastreboff & Jastreboff, 2014). I suoni comunemente riconosciuti come trigger sono quelli prodotti dalla bocca (es. masticazione), dal naso (es. starnutire, respirare) e altri ripetitivi tipo giocare con il click della penna o il rumore della tastiera quando scriviamo al computer (Eldestein et al., 2013; Jastreboff & Jastreboff, 2014; Schröder et al., 2013).

Le persone sono spinte ad allontanarsi dall’evento trigger oppure avvertono il desiderio di essere violente verso la persona che emette il suono o compie determinati gesti (Bernstein et al., 2013). Le reazioni fisiche associate possono manifestarsi in: tachicardia, ipertensione, rigidità muscolare, dispnea, sudorazione, ipertermia (Cavanna & Seri, 2015). La vita quotidiana, nei casi più gravi, è compromessa, caratterizzata da evitamenti e difficoltà nella gestione delle relazioni interpersonali (Bernstein et al., 2013; Cavanna & Seri, 2015).

 
Continua: http://www.stateofmind.it/2016/09/misofonia-sintomatologia/

 

 
            

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