TERAPIA METACOGNITIVA INTERPERSONALE – ROMA

Report – Curare “La Malattia Nella Grande Vita”: il Disturbo Narcisistico di Personalità

Report – Curare “La Malattia Nella Grande Vita”: il Disturbo Narcisistico di Personalità

Venerdì 7 Aprile il Dott. Giancarlo Dimaggio ha presentato a Milano il suo libro “L’illusione del Narcisista: la malattia nella grande vita”, evento organizzato da SITCC Lombardia al quale hanno partecipato colleghi e professionisti incuriositi da un testo pensato non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per il grande pubblico.

Come si cura un Narcisista? È con questa domanda che si apre la presentazione dedicata a questo specifico Disturbo di Personalità, descritto con gli occhi del clinico esperto che ne coglie non solo i tratti più disfunzionali e deleteri per sé e per gli altri, bensì lo rappresenta anche alla luce delle sue fragilità, vittima della sua malattia.

Il pubblico interviene e cerca di trovare risposta alla sollecitazione: il paziente Narcisista è estremamente sofferente, pertanto per alcuni accudirlo e proporsi come base sicura forse potrebbe aiutarlo; per altri, il Narcisista è esageratamente aggressivo e rabbioso, forse modulare questa sua emozione potrebbe essere la soluzione al problema; ancora, qualcuno sostiene che manchi di empatia, e quindi sarebbe bene allenarlo a mentalizzare l’altro, a rinforzare la sua capacità di stare in relazione, a sviluppare “umanità”.

La tesi che viene promossa nel libro -che dedica parte alla concettualizzazione del funzionamento del DP Narcisistico e parte alla terapia- esclude, almeno a livello preliminare, le ipotesi. E lo fa partendo proprio dalla conoscenza dei meccanismi e dei cicli disfunzionali relativi a questo Disturbo, inquadrandolo in chiave metacognitiva e interpersonale; il paziente con DP Narcisistico vede difatti frustrati i bisogni e i desideri relativi a 3 specifici Sistemi Motivazionali: il Sistema dell’Attaccamento, del Rango Sociale e il Sistema Esploratorio.

Le esperienze di vita di un Narcisista all’interno di questi Sistemi sono presumibilmente state invalidanti: le risposte ricevute dall’ambiente relazionale (Risposta dell’Altro) hanno disconfermato le sue aspettative di essere accudito, apprezzato e incoraggiato. Il paziente ha dunque strutturato una serie di strategie per sopperire a queste invalidazioni (Risposta del Sé alla Risposta dell’Altro), che sono tendenzialmente disadattive, ma anche l’unica scelta possibile. La rabbia, ad esempio, è una di queste strategie: pensare che lo scopo terapeutico possa essere quello di regolarla è, almeno inizialmente, un errore clinico. Non solo perché quella rabbia si ancora a una parte sana del paziente che rivendica il suo diritto di essere “visto”, ma anche perché quella è l’unica emozione che gli permette di non soccombere.

Passo indietro: soccombere a che cosa? Si diceva che i 3 Sistemi maggiormente compromessi sono Attaccamento, Rango ed Esplorazione; il paziente Narcisista ha probabilmente vissuto sin da bambino esperienze nelle quali i suoi bisogni di cura/protezione non venivano recepiti da un caregiver che risultava indisponibile, inadatto o sofferente a sua volta, quindi non in grado di soddisfare il desiderio attivo. Ben presto, questo bambino impara che richiedere cura all’altro significa indisporlo o farlo soffrire ancora di più, pertanto apprende a cavarsela da solo, a sovraregolare le emozioni e a prendere le distanze dalla propria vulnerabilità, pena la sperimentazione di inadeguatezza, vergogna, colpa. E si pensava quindi di poter intervenire proponendo un lavoro sull’Attaccamento? Almeno in principio, questa soluzione risulta iatrogena: attivato il Sistema, il paziente rivive il terapeuta come aveva vissuto il caregiver inadeguato, ritirandosi, arrabbiandosi, droppando la terapia.

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