La TMI per il Disturbo Evitante di Personalità considera gli schemi maladattivi interpersonali e le disfunzioni metacognitive
Infatti, pur desiderando l’appartenenza al gruppo, i pazienti evitano attivamente l’incontro relazionale, confermando l’idea di essere esclusi e mai accettati. Ad oggi esistono molti studi sull’efficacia dei trattamenti del Disturbo Evitante di Personalità ma complessivamente i risultati sono parzialmente soddisfacenti e anche la terapia cognitiva comportamentale standard ha mostrato alti tassi di recidive (Seemüller et al. 2014).
I soggetti con Disturbo Evitante di Personalità spesso evitano ogni tipo di contatto sociale perchè troppo
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