TERAPIA METACOGNITIVA INTERPERSONALE – ROMA

CI VEDIAMO ON LINE? LA VOCE DEI PAZIENTI

CI VEDIAMO ON LINE? LA VOCE DEI PAZIENTI

CI VEDIAMO ON LINE? LA VOCE DEI PAZIENTI

di Antonella Centonze

Il periodo che viviamo e le condizioni di lavoro nuove alle quali ci siamo dovuti adattare hanno suscitato un grosso dibattito tra noi colleghi terapeuti: possiamo fare la terapia a distanza? È ugualmente efficace? Riusciremo ad essere caldi ed empatici come dal vivo? Entriamo nelle case dei pazienti e loro nelle nostre…avremo tutelato il setting?

E le tecniche? Io che le uso tantissimo.. come posso applicarle?.. Su molte di queste domande ci siamo già espressi.. quello che mancava era la loro opinione.. quella dei pazienti… 

E allora mi sono decisa a chiederlo direttamente a loro. Ho chiesto a tutti di inviarmi un messaggio whatsapp .. sincero.. l’ho chiesto a tutti quelli che hanno aderito alla terapia on line, ai più convinti ma anche ai più resistenti.. ne riporto alcuni…

Cosa ne penso della terapia online? 

# Gianna 30 anni

Premetto sto vivendo questa esperienza a metà del mio percorso quindi di aver avuto primo approccio dal vivo e dopo un pò di mesi online a causa della quarantena.

Detto questo, penso prima di tutto sia importante non interrompere una terapia di netto quindi questo mi ha portato ad aprirmi alla terapia online, ammetto che sono partita un po “diffidente” al riguardo avevo timore di sentirmi troppo “distante” a livello emotivo ed empatico.

Le prime due sedute forse sono state un po macchinose perchè dovevo abituarmi allo “schermo” poi ora invece sento meno questo distacco e sono felice di aver continuato.

Pro : qualsiasi cosa può accadere, sai di poter avere l’appoggio ovunque tu sia e se stai seguendo una terapia credo sia fondamentale.

Contro: Se hai una linea pessima purtroppo ti causa dei problemi e ti distrae un pochino.

quindi consiglio : cercare di far funzionare al meglio la linea e ricordarsi che è un percorso serio quello che stiamo facendo quindi non farsi distrarre troppo dagli impedimenti perchè è importante ricordarsi che dobbiamo persistere nel nostro obbiettivo. 

Spero di essere stata utile .

# Giorgia 43 anni

La terapia in versione telematica mi sembra funzionante.

Personalmente non percepisco differenze accentuate con quella in presenza nell’andamento delle sedute, né particolari difficoltà, quando i mezzi tecnici funzionano regolarmente.

Di certo la presenza fisica della mia terapeuta per me è molto rassicurante, ma in queste circostanze il fatto di essere a casa mia è un fattore di compensazione. E mi fa pensare anche di poterle trasmettere qualche informazione (ambientale) in più senza doverla verbalizzare. 

Viceversa, mi sono inizialmente chiesta se ci siano controindicazioni nella percezione da parte mia di alcuni aspetti della sua quotidianità, come l’ambiente, appunto. Io non ne ravvedo, ma me lo sono chiesto.

Mi sono anche chiesta se qualcosa sarà cambiato quando potremo riprendere la modalità in presenza e ho pensato che forse la confidenza sarà aumentata.

Complessivamente è una situazione confortevole.

# Rosanna 50 anni

Ero molto titubante rispetto alla psicoterapia via Skype, non mi andava per nulla e volevo proporre alla mia terapeuta uno stop. Non sono molto social e prediligo la relazione vis a vis! Mi sono dovuta ricredere sin dalla prima seduta, non è per nulla asettico e distante come pensavo e ‘funziona’ esattamente come a studio. Già dalla seconda seduta non mi sono nemmeno più accorta di essere online e non nella stanza. Ho solo qualche dubbio sul farla solo ed esclusivamente via Skype.. forse stabilire un minimo di ‘contatto’ iniziale aiuta. Ma non avendolo sperimentato non so😊

# Beatrice 30 anni

Credo che la terapia in modalità telematica è senz’altro diversa. 

Quello che manca è lo spazio mentale che si crea quegli attimi prima di arrivare / entrare nella stanza della psicoterapeuta. 

Manca anche l’organizzazione simbolica del tempo da dedicargli (trasporto-mobilità-orari), in casa basta riuscirsi a organizzare quei pochi istanti prima dell’inizio e già ci si può accedere. 

La privacy, lo Spazio proprio, il tuo spazio privato sembra risultare diverso, se pur utilizzando le cuffie tanti aspetti forse non riescono a “sentirsi liberi di riuscire”. 

Manca il corpo, il contatto fisico, il connessione corpo-mente nel sedersi sulla “poltrona” fare un bel respiro e fare i “conti” su qualcos’altro da osservare di se stessi. 

Eppure… in un modo o nell’altro la riflessione trova un accompagnamento verso l’emozione, se pur in modo differente, forse al sicuro della propria abitazione, forse in modalità comoda e casalinga, il supporto si trova e arriva.

# Alessandra 43 anni

Allora posso dire di essermi trovata bene, che può essere un ottimo strumento per persone a distanza o che non possono muoversi. Sicuramente prediligo la terapia vis a vis. L’interazione di persona secondo me è importante.

# Augusto 40 anni

La modalità virtuale mi sembra efficace. Personalmente non ho avuto difficoltà ad adattarmi e penso che gli incontri siano ugualmente efficaci rispetto alla modalità “reale”. Mi trovo in un contesto in cui sto a mio agio, essendo in casa, e quindi non ho problema ad aprirmi e confidarmi. Certo in questo periodo di quarantena c’è un problema pratico: dal momento che siamo tutti in casa…

Certo dal momento che lei è diventata una presenza importante in questa fase della mia vita, c’è anche la voglia di un ritorno alla normalità e quindi dell’incontro reale, proprio come accade per i miei amici con cui ci vediamo sì in video ma ci piacerebbe incontrarci presto dal vivo. Al netto di tutto ciò però, considerando il senso e i contenuti dei nostri incontri, ribadisco che non sento di perdere nulla nella modalità virtuale, insomma mi è comunque utile e non ha influito sulla modalità con cui mi rapporto a lei: nè sulla libertà con cui le racconto le mie cose, né sul recepire quello che lei mi dice. Se in futuro dovessimo attestarci su una modalità mista (un po’ e un po’) non avrei problemi.

E quindi …alla fine l’impressione che mi sono fatta è che l’adesione dei pazienti a questa modalità dipende da quanto si sente comodo il terapeuta e quindi sicuro, rassicurante e convincente nel proporla. 

E poi, dai commenti dei pazienti sembra più che altro che si perda qualcosa che ha a che fare con la ritualità e l’abitudine di un luogo e di uno spazio. 

L’efficacia tecnica sembra intatta cosi come il calore relazionale che passa lo stesso attraverso il video.

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